Il sentiero degli eroi [editoriale]

Valinor

Nella Vita di Galileo, scena XIII, Bertolt Brecht scrisse: «Sventurata la terra che ha bisogno di eroi». Una frase che certo non gli fa onore; tuttavia, bisogna precisare che egli scrisse in un evo, quello moderno, in cui gli eroi si erano ormai trasformati in eroi nazionali, sovente criminali comuni e assassini (come certi presunti eroi risorgimentali), celebrati più a causa degli odi popolari che per le proprie virtù. Chi sa quale disprezzo proverebbe oggi Brecht per gli eroi del nostro tempo: calciatori e manichini audiovisivi.

Naturalmente, i veri eroi erano tutt’altra cosa: non simboli di interessi di parte, ma figure universalmente degne di venerazione. Per parlarne, abbiamo deciso di tralasciare gli eroi dell’antichità, già più volte discussi su queste pagine. Ecco che cosa ne è venuto fuori: si comincia con Tolkien, artefice di singolari figure di eroi, e si prosegue con la storia di Evgenij Rodionov, soldato russo capace di ripercorrere il cammino dei martiri. Il mito, oltre a essere narrato, può anche essere rimpianto, perfino nei nostri tempi e in una città come Brescia: ciò dimostra un foglio ritrovato in una sala studio della nostra città, il cui testo vi proponiamo. L’ultimo articolo, infine, approfondisce il significato spirituale dei monti, luoghi di incontro col divino e di perfezionamento interiore, ma non solo.

Sempre di mito, in particolare della molteplicità di esso, trattava un racconto, intitolato Verità di stella, apparso un anno fa su Sole e acciaio n. 4. Gli apprezzamenti ricevuti sono stati tali da spingerci a proporne un seguito ideale, che parla di quanto sia difficile raccontare leggende, soprattutto quando esse non sono d’accordo.

Scevola